San PIETRO da Verone, Martire

 

San Pietro Martire nasce nel 1206 a Verona dalla famiglia de’Rosini, eretica. Bello il racconto che ne fa Frà Geraldo di Frachet in “Vita Fratum”, quando descrive la sua infanzia in questa famiglia catara: <<…essendo all’età di 8 anni e tornando dalla scuola a casa fu domandato dal suo zio che aveva letto,rispuose:Credo in Deum Patrem Omnipotentem creatorem coeli et terre. […]ripreso dallo zio rispose affermando che voleva dire come aveva letto e così credere come era scritto.. Allora il suo zio si oppose […]Ma cosa molto maravigliosa, chè tutte quelle autorità così le convertì contra di lui che in nessuna cosa gli potè resistere.Per la qual cosa manifestantemente si dava a intendere quale doveva essere in futuro,difensore della fede cattolica>> (punto 308). È interessante conoscere questo aneddoto dell’infanzia di san Pietro Martire perché fa riflettere sui nostri giovani di oggi: nonostante tutti gli sviamenti che possono incontrare nella loro strada possono trovare la strada giusta per una vita retta e santa.

Ovviamente il padre non prese sul serio questo carattere forte e deciso,pensando di poterlo educare come pareva a lui, ma quando fu il momento per sviarlo dalle sue idee cattoliche non ci fu nulla da fare!

Nel 1220 Va a Bologna per  gli studi superiori e nel 1221 riceve l’abito dallo stesso fondatore.Nel 1231 viene ordinato sacerdote sempre a Bologna e si dà alla predicazione in toscana. Per conoscere il suo amore per la preghiera e per la propria vocazione, troviamo, sempre in “Vita Fratum”un racconto molto interessante: << questa è l’orazione nella quale più mi diletto e ho maggiore affetto: quando io levo il corpo di Cristo e veggo essere dagli altri sacerdoti essere elevato, prego il Signore, che mai mi permetta morire se non per la sua fede e questa orazione sempre ho fatta>>. Tutta la sua vita di frate domenicano è accompagnata da questo sua preghiera e culminerà nel martirio e la sua preghiera verrà così esaudita.

Nel 1234 inizia l’apostolato contro l’eresia catara e fonda un monastero. Due anni dopo avrà una disputa con un eretico ammutolito. Nel 1240 Viene eletto Priore ad Asti. L’anno successivo viene destinato come Priore a Piacenza e nel 1242 viene nominato inquisitore di Lombardia. Nel 1247 fonda un altro monastero di suore domenicane. San Pietro ha un bel legame con le monache e scrive alcune lettere dove chiede a loro di sostenerlo nella sua predicazione con la preghiera. Inoltre  partecipò alla fondazione delle Società della Fede e delle Confraternite Mariane a Milano, Firenze e Perugia; queste istituzioni a difesa della fede cattolica sorsero fra il 1232 e 1234 presso molti conventi domenicani.I suoi  ultimi anni li passa a risolvere dispute e a fare viaggi necessari per la sua predicazione. Nel 1252, precisamente  il 6 aprile, presso seveso muore martire. Interessante leggerne il racconto, per capire la forza della sua fede: (tratto da cathopedia)
Visti i suoi grandi successi, i capi delle sette delle città di Milano, Bergamo, Lodi e Pavia assoldarono due assassini, Pietro da Balsamo detto Carino e Albertino Porro di Lentate.  Essi prepararono un agguato presso Meda dove Pietro, Domenico e altri due domenicani, il 6 aprile 1252, avevano fatto una sosta nel corso del loro tragitto a piedi da Como a Milano. Albertino, ricredendosi, abbandonò l'opera e fu il solo Carino che con un "falcastro", un tipo di falce, spaccò la testa di Pietro, immergendogli anche un lungo coltello nel petto. Le agiografie riportano che Pietro, prima di morire, intinse un dito nel proprio sangue e con esso scrisse per terra la parola "Credo". L'altro confratello, Domenico, subì profonde ferite che lo portarono alla morte sei giorni dopo nel convento delle Benedettine di Meda. Il corpo di Pietro fu trasportato subito a Milano dove ebbe esequie trionfali e fu sepolto nel cimitero dei Martiri, vicino al convento di sant'Eustorgio. In quello stesso giorno si diffondevano notizie di miracoli. Grazie non minori furono la conversione di chi aveva macchinato il suo assassinio, il vescovo eretico Daniele da Giussano, e quella dello stesso sicario, Carino da balsamo: entrambi entrarono nell'Ordine Domenicano. Carino, in particolare, vestì l'abito nel convento di Forlì, dove aveva conosciuto il beato Giacomo Salomoni: tale fu la conversione di Carino che oggi anch'egli è riconosciuto beato.